DR. PHIBES RISES AGAIN
  
Titolo italiano: FRUSTRAZIONE
Produzione: 1972 - G.B., AIP, col., 89 min.
Regia: Robert Fuest
Sceneggiatura: Robert Fuest, Robert Blees
Musica: John Gale
Interpreti: Vincent Price, Robert Quarry, Peter Jeffrey, Fiona Lewis, Hugh Griffith, John Cater, Gerald Sim, Lewis Fiander, John Thaw, Peter Cushing, Beryl Reid, Terry-Thomas, Keith Buckley, Valli Kemp, Milton Reid, Caroline Munro (non accreditata)
Compiuta vendetta contro i medici che non seppero salvare la moglie Victoria, il dottor Anton Phibes cade in uno stato di morte apparente in attesa che una rara congiunzione astrale gli restituisca le forze per tentare di raggiungere in Egitto il leggendario "Fiume della Vita" dalle cui acque potrà trarre l'energia vitale per resuscitare la donna amata... Tre anni più tardi, l'evento ha luogo e quando la Luna e i pianeti entrano in quello stesso perfetto allineamento in cui si trovarono venti secoli fa, un flusso di sangue fresco ristora il corpo di Phibes risvegliandolo dalla catalessi. Ma il suo palazzo di Maldine Square è stato devastato e tra le cose trafugate c'è anche l'antico papiro che indica la posizione del tempio dal quale si accede al miracoloso fiume sotterraneo. A rubare la mappa è stato l'esoterista Darius Baiderbeck, un ultracentenario dall'aspetto di un quarantenne, che combatte le ingiurie del tempo per mezzo di un elisir della giovinezza del quale è rimasta, tuttavia, un'esigua scorta. Phibes, con l'aiuto della devota assistente muta Vulnavia, si riappropria del documento e si imbarca alla volta dell'Egitto, ma Baiderbeck lo insegue, pronto - nel disperato tentativo di arrivare per primo al traguardo - a sacrificare la vita di chiunque, tranne quella della sua amata Diana...
"...Le incredibili leggende sull'abominevole dottor Phibes hanno avuto origine pochi anni fa, e, purtroppo, sono tutte vere..."
Dopo The Abominable Dr. Phibes, Vincent Price torna ad incarnare il personaggio del dottor Phibes esibendosi in un'altra eccellente performance, sapientemente giocata fra toni drammatici ed ironia, fatta di sguardi lampeggianti, bisbiglii gutturali, gesti solenni e teatrali, improvvisi ammiccamenti sardonici. Figura tragica, ritagliata fuori dal tempo e dalla logica, il dottor Phibes è una creatura dolente, che si muove e vive con l'ausilio di fantastiche protesi meccaniche (quasi un cyborg ante litteram), protagonista ideale di una macabra favola, inquadrata in una dimensione immaginaria nella quale l'irreale e l'implausibile trovano concretezza e tutto appare permesso e rappresentabile: il miscuglio di scenografie gotiche e art-decò, la colossale architettura del tempio egizio, l'inesauribile profusione di ricchi costumi, le pazzesche modalità degli omicidi che scandiscono l'intera vicenda. Una storia perfettamente calata nel "mondo cinema" che si apre con la riproposizione delle sequenze conclusive del film precedente e che si chiude nel buio, quello stesso buio che anticipa per un istante l'accensione delle luci in sala al termine della proiezione.

Insieme ai musicisti meccanici del "Dr. Phibes's Clockwork Wizards" ribattezzati in "The Alexandrian Quartet", tornano sullo schermo anche Terry-Thomas e Hugh Griffith, ma in ruoli diversi: il primo, che nell'altra storia era morto dissanguato, è adesso un nervoso funzionario delle assicurazioni marittime; il secondo, che precedentemente aveva interpretato un saggio rabbino, è ora un archeologo un po' troppo curioso e imprudente.
In più ci sono l'australiana finalista Miss Mondo Valli Kemp che succede a Virginia North nel ruolo di Vulnavia e Peter Cushing che appare brevemente nei panni del comandante del piroscafo diretto in Egitto.
Caroline Munro - di nuovo non accreditata - è ancora la bella Victoria.

Nelle intenzioni dei produttori, il film doveva costituire il secondo tassello di una trilogia destinata a chiudersi con una nuova avventura del dottor Phibes, rivale dei nazisti nella ricerca dei divini segreti del Monte Olimpo.
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