IL MOSTRO È IN TAVOLA … BARONE FRANKENSTEIN
  
Produzione: 1973 - Italia/Francia, Compagnia Cinematografica Champion/Jean Pierre Rassam, col., 100 min.
Regia: Antony M. Dawson (Antonio Margheriti)
Sceneggiatura: Tonino Guerra dal soggetto di Paul Morissey
Effetti speciali: Carlo Rambaldi
Musica: Claudio Gizzi
Interpreti: Udo Kier, Joe Dallesandro, Arno Juerging, Monique Van Vooren, Dalila Di Lazzaro, Aleksic Miomir, Nicoletta Elmi, Marco Liofredi, Liù Bososio, Carla Mancini, Cristina Gaioni, Rosita Torosh, Imelde Marani, Fiorella Masella
Espulso dall'università di Tubinga per le sue poco ortodosse teorie scientifiche, il barone Frankenstein torna nel castello di famiglia in compagnia della moglie Katrin - che è anche sua sorella - e dei figlioletti Sistolo e Diastola. Devotamente assistito dal servitore Otto, Frankenstein inizia la costruzione di un uomo e di una donna che dovrebbero segnare la nascita di una razza superiore, ma i problemi si presentano quando per errore trapianta nel maschio il cervello di un ragazzo sessualmente inibito anziché quello del virile Nicholas. Quest'ultimo, recatosi al castello per scoprire cosa sia accaduto alla vittima, rimane coinvolto in un'orgia di sesso e di violenza nella quale Katrin, Otto, le due creature e lo stesso barone vanno incontro a morti strazianti. Nicholas si salva, ma lo sguardo minaccioso dei due silenziosi bambini, armati di bisturi, lascia presagire il peggio.
Insieme a Dracula cerca sangue di vergine e ... morì di sete!, il film compone il diseguale e discutibile dittico fantaorririfico dell'equipe di Andy Warhol, a metà strada tra cinema d'autore e cinema di genere, tra parodia dissacratoria e metafora contestatrice, tra favola grandguignolesca e satira provocatoria.

Ampiamente rimaneggiata dalle forbici del censore, l'edizione italiana (che nel manifesto originale storpia il nome del protagonista in "Frankstein") - contrariamente a quelle straniere - attribuisce la regia ad Antonio Margheriti, indica Paul Morissey come autore del soggetto e coinvolge nella sceneggiatura il prestigioso nome di Tonino Guerra. Le scenografie e i costumi sono opera di Enrico Job. La fotografia in 3D è firmata da Luigi Kuveiller, direttore di classici come A ciascuno il suo e Profondo rosso.

Titoli alternativi:
Chair pour Frankenstein, Flesh for Frankenstein, Andy Warhol's Frankenstein.
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