William Crain reinterpreta il racconto di Robert Louis Stevenson scegliendo un negro per la parte del protagonista e cambiandone il nome da Jekyll in Pride; il criminale alter ego continua a chiamarsi Hyde, ma non è un individuo deforme e repellente: la sua mostruosità è, semmai, simboleggiata dal colore della pelle... che è bianco!
Medico affermato ed altruista, Pride si dedica anima e corpo allo studio di una terapia che dovrebbe debellare l'epatite ed altre gravi malattie, ma sperimentando il farmaco sulla propria persona subisce una graduale e irreversibile trasformazione nel fisico e nella personalità. Mutatosi in un maniaco omicida, il dottore esce, nottetempo, dal laboratorio per far strage di prostitute, assecondando un istinto di vendetta che, più o meno inconsciamente, lo domina da quando era bambino: al malsano ambiente della prostituzione, infatti, egli fa risalire la morte della madre, donna povera che, per assicurare l'avvenire del figlio, si era piegata ai lavori più umili.

Il film si colloca tra i "blaxploitation movies" inaugurati da Shaft nel 1971 e proseguiti, con alterno successo, con gli orrorifici Blacula e Blackenstein del 1972 e 1973, ma se ne distacca per l'ambiziosa ispirazione letteraria e per il tentativo di convogliare nel protagonista una metafora sulle molte facce del razzismo: medico di pelle nera, Pride è ingiustamente accusato dai negri di essersi integrato tra la ricca borghesia dei bianchi ed è condannato dal destino ad incarnarsi in un bianco per dar sfogo agli incubi e ai traumi irrisolti della sua psiche.

Il protagonista Bernie Casey, ex giocatore di football nelle squadre del National Football di San Francisco e dei Rams di Los Angeles, appare, in ruoli secondari, anche nel cast dell'Uomo che cadde sulla Terra (1976) e di Bill and Ted's Excellent Adventure (1990).