SIMON
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Titolo italiano: SIMON | |||
Produzione: 1980 - USA, Orion Pictures, col., 97 min. | |||
Regia: Marshall Brickman | |||
Sceneggiatura: Marshall Brickman, Thomas Baum | |||
Effetti speciali: Edward Drohan | |||
Musica: Stanley Silverman | |||
Interpreti: Alan Arkin, Austin Pendleton, Judy Graubart, Madeline Kahn, William Finley, Max Wright, Wallace Shawn, Jayant, Fred Gwynne, Adolph Green | |||
Un centro studi americano lavora segretamente sulla psicologia del cittadino medio conducendo test e ricerche che si sono spesso risolte in sottili manomissioni dell'informazione. I cinque scienziati che lo dirigono stanno, adesso, sperimentando la possibilità di rimodellare la personalità di un uomo sottoposto ad una speciale tecnica di lavaggio del cervello. L'uomo in questione è il mite professor Simon Mendelssohn. Dopo averlo collocato in una vasca di isolamento per più di una settimana, gli studiosi constatano che Simon è ormai privato di qualsiasi ricordo e con grande facilità lo ipnotizzano convincendolo di essere un alieno sceso sulla Terra con un messaggio di pace. Quando una accidentale fuoriuscita di gas provoca una caotica evacuazione del laboratorio, Simon fugge e, convinto di essere un cittadino di un altro mondo giunto tra gli uomini per invitarli ad un progresso pacifico, va in giro a diffondere la sua buona novella riuscendo ad apparire in televisione e a monopolizzare l'attenzione degli americani. | |||
Marshall Brickman, sceneggiatore con Woody Allen di film come Il dormiglione e Manhattan, debutta alla regia con una commedia dagli spunti interessanti e ricca di parodistiche citazioni al cinema di fantascienza (in primo luogo Stati di allucinazione). Obiettivi della satira sono l'uso strumentale della scienza e il culto dell'immagine che attraverso il mezzo televisivo impone modelli di comportamento e tendenze di pensiero, umiliando spesso il senso critico dello spettatore. L'interpretazione di Alan Arkin nel ruolo dello svagato Simon, alieno e filosofo guru, è convincente, ma - secondo alcuni - il film, nel complesso, risente di istanze intellettualistiche non sempre risolte con la dovuta leggerezza. |
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