SOMEWHERE
IN TIME
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Titolo italiano: OVUNQUE NEL TEMPO |
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Produzione: 1980 - USA, Rastar/Stephen Deutsch/Universal, col., 104 min. | |||
Regia: Jeannot Szwarc | |||
Sceneggiatura: Richard Matheson dal suo romanzo "Bid Time Return" | |||
Effetti speciali: Jack Faggard | |||
Musica: John Barry, brani da Sergei Rachmaninov | |||
Interpreti: Christopher Reeve, Jane Seymour, Christopher Plummer, Theresa Wright, Susan French, Bill Erwin, George Voskovec, John Alvin, Eddra Gale, Audrey Bennett, W.H. Macy, Laurence Coven, Susan Bugg, Christy Michaels, Ali Matheson, George Wendt, Steve Boomer, Pat Billingsley, Ted Liss, Francis X. Keefe, Taylor Williams, Noreen Walker, Evans Ghiselli, Barbara Giovannini, Don Franklin, David Hull, Paul Cook, Victoria Michaels, William P. O'Hagan, Maud Strand, Bo Clausen, James P. Dunnigan, Sean Hayden, Hal Frank, Hayden Jones, Val Bettin, Bruce Jarchow, Ed Meekin, Erin Tomcheff, Michael Woods, Jerry Kaufherr, Richard Matheson, Don Melvoin, Ann K. Irish, JoBe Cerny, Audrie J. Neenan, Tim Kazurinsky, Bob Swan | |||
Durante un soggiorno in un albergo vicino Chicago, Richard Collier, commediografo in crisi di ispirazione, crede di riconoscere nella fotografia dell'attrice Elise McKenna, diva degli anni '10, l'anziana signora che 8 anni prima, agli esordi della carriera, gli aveva donato un orologio augurandogli un avvenire di successo. Sfogliando i vecchi registri dell'hotel, Collier scopre, in una pagina del 1912, accanto al nome della donna anche il suo. Irretito dal mistero, Collier, per mezzo dell'autoipnosi, lascia vagare la propria coscienza nel tempo fino a ritrovarsi in un impossibile passato in compagnia di Elisa per rivivere con lei una intensa storia d'amore e quando i due devono separarsi lui le fa dono di un orologio... Ridestatosi nel presente, Collier non sa più evadere da una profonda malinconia: il ricordo della donna è più che mai vivo e la sola speranza che gli resta per incontrarla di nuovo è abbandonarsi alla morte. | |||
L'incisione sulla cassa di un orologio: "Come back to me"... La sensazione
di riconoscere in un viso il volto di un'altra... L'assurdo accostamento
di due nomi lontani 70 anni l'uno dall'altro... La convinzione di vivere
in un passato... Lo stesso orologio che passa di mano in mano e il tintinnio
di una moneta del 1980 che fa svanire un sogno fin troppo simile ad una
realtà... Gli elementi per un film di successo - e per una interessante
divagazione in chiave intimistica sul tema del viaggio nel tempo (con
un probabile riferimento formale al classico Il
ritratto di Jennie) - ci sono tutti. |
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Nonostante le buone intenzioni (la cura nella ricostruzione d'ambiente, il taglio delle inquadrature, l'uso delle ombre e del colore pastoso), l'eccessiva componente sentimentalistica e l'interpretazione non molto convincente di Christopher Reeve non liberano il film dalla patina del preziosismo formale. Apprezzato più in America che in Italia. | |||
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