LA
CITTÀ DELL'ULTIMA PAURA
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Produzione: 1975 - Italia, Vigor Film, col., 94 min. | |||
Regia: Carlo Ausino | |||
Sceneggiatura: Carlo Ausino | |||
Musica: Valerio Filanci, Oscar Giodanino | |||
Interpreti: Marisa Solinas, Emanuel Canarsa, Mario Valdemarin, Paul Teitcheid, Marisa Di Mauro, Franco Andresini, Daniela Rimonda | |||
Aldo Morini è un giovane "difficile": introverso ed insicuro vive all'ombra del ricco zio dal carattere diametralmente opposto, energico, dinamico e senza scrupoli quando fiuta un affare o vuole assicurarsi qualcosa cui tiene. Il ragazzo attraversa esperienze che ne turbano ulteriormente la sensibilità. Frequenta il mondo della moda e finisce per intrecciare una relazione con Eva, amante dello zio. Unici interessi di Aldo sono la fotografia e le escursioni speleologiche. Un giorno si addentra all'interno di una caverna armato di corde e di macchina fotografica, ma vi rimane drammaticamente prigioniero a seguito di una improvvisa violenta scossa sismica. Quando riesce a tornare alla superficie, il giovane comprende che la vita sull'intera regione è stata spazzata via da un'esplosione nucleare. Forse unico sopravvissuto, il giovane si aggira per la città deserta fino a quando la stanchezza e la radiazioni non lo sopraffanno. | |||
Gli sviluppi della storia ricordano la situazione di La fine del mondo, ma il regista Ausino sembra interessato a svolgere il racconto come metafora esistenzialistica e denuncia antiborghese. Aldo appartiene ad una classe ricca, spietata e corrotta; gli ambienti che frequenta sono quelli del falso benessere; la figura dello spregiudicato zio è simbolo del mondo capitalistico che egli contesta ma del quale fa parte; la fotografia e la speleologia sono momenti di effimera libertà - l'immagine fermata sul fotogramma è una violenza fine a se stessa sullo scorrere del tempo ed il silenzio delle cavità sotterranee è una cassa di risonanza per la sua solitudine -; il mondo devastato dalla catastrofe atomica è la conclusione di un progresso sbagliato che tutto ha fagocitato e del quale il protagonista è l'ultima contraddizione. | |||
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