LA FANTARCA
  
Produzione: 1968 - Italia, RAI, b/n, 64 min.
Regia: Vittorio Cottafavi
Sceneggiatura: Giuseppe Berto, Pier Benedetto Bartoli
Musica: Roman Vlad
Interpreti: Iolanda Meneguzzer, Laura Zanini, Alvinio Masciano, Lino Puglisi, Ugo Trama, Teodoro Rovetta, Otello Profazio, Riccardo Cucciolla
Nel 2250 la Terra è dominata dal blocco del "Triangolo" e dal blocco del "Quadrato", due super potenze ideologicamente ed economicamente rivali ed entrambe totalitarie, che governano, rispettivamente, l'emisfero settentrionale e quello meridionale. Il governo del "Triangolo" decide di risolvere la secolare piaga della miseria che tuttora affligge la penisola italiana deportando su Saturno napoletani e siciliani, con tutti i loro poveri averi ed i loro animali domestici. L'astronave Fantarca, agli ordini del comandante Don Ciccio, decolla lasciandosi dietro rimpianti e nostalgie e trasportando a bordo qualche dissidente clandestino che non condivide i duri metodi del regime. Durante il volo, i passeggeri della Fantarca notano sgomenti che il pianeta Terra è investito da sinistri bagliori: la rivalità tra i due blocchi è fatalmente sfociata in aperto conflitto e nessuno si illude che vi siano sopravvissuti. Messi a tacere gli irriducibili sostenitori del "Triangolo" saliti a bordo per vigilare che tutto proceda secondo i piani, Don Ciccio, sostenuto dagli esuli, inverte la rotta e torna avventurosamente sulla Terra. Le generazioni successive venereranno come un idolo la carcassa della Fantarca ed inizieranno da capo la storia della civiltà, con le sue luci ed ombre, quasi ubbidendo ad un ciclo già scritto nel destino dell'universo.
Ispirata ad un racconto di Giuseppe Berto trasformato in libretto d'opera da lui stesso e da Pier Benedetto Bertoli, la Fantarca è un visionario musical fantascientifico prodotto per il piccolo schermo, insolito ed originale, anche se solo in parte riuscito. Il soggetto trae spunto dalle tensioni della guerra fredda e dalle contraddizioni interne alla situazione socio-politica italiana del tempo, ma Vittorio Cottafavi (Operazione Vega, A come Andromeda) gli imprime un timbro chiaramente parodistico, più vicino alla tradizione dell'opera buffa che ai problematici temi della fantapolitica o della fantascienza apocalittica e più conforme ai gusti del pubblico televisivo.

Lo svolgimento della storia è introdotto dal balletto delle ombre degli uomini - l'umanità omologata e militarizzata - guidato da una voce impersonale che simboleggia l'onnipresenza del Potere, sulle note di un elaborato, ossessivo commento musicale elettronico.

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