IKARIE XB 1
  
Produzione: 1963 - Cecoslovacchia, Barrandov, b/n, 90 min.
Regia: Jindrich Polak
Sceneggiatura: Jindrich Polak, Pavel Jurácek
Musica: Zdenek Liska
Interpreti: Zdenek Stepánek, Radovan Lukavský, Dana Medrická, Miroslav Machácek, Frantisek Smolík, Jirí Vrstála, Marcela Martínková, Jaroslav Rozsíval, Jozef Adamovíc, Irena Kacírková, Martin Tapák, Jaroslav Mares, Otto Lackovic, Rudolf Deyl, Ruzena Urbanova, Ludek Munzar, Svatava Hubenaková, Renza Nová, Emília Vásáryová
Nel XXV secolo, l'astronave "Ikarie XB 1", in cerca di un pianeta da colonizzare, si imbatte nel relitto vagante di una navicella di 500 anni prima con a bordo un carico di cadaveri ed un ordigno nucleare che, quando esplode, minaccia di distruggerla. Il comandante Vladimir Abaiev evita il peggio e continua il viaggio, ma giunto in prossimità di un pianeta morto viene investito da un flusso di radiazioni che si propagano come un'incessante e assordante onda sonora. Il campo magnetico di un altro vicino pianeta, che l'atmosfera colora di una serena tonalità bianca, salva, provvidenzialmente, l'equipaggio sottraendolo al letale virus trasmesso dalle radiazioni.
Il film è considerato da taluni il capolavoro della fantascienza cinematografica cecoslovacca, e pur collocandosi sulla scia delle nascenti space opera (I sette navigatori dello spazio), mostra, senza dubbio, più di un tratto originale (la descrizione della vita di bordo, l'accurato futuribile abbigliamento degli uomini del XXV secolo) e qualche situazione anticipatrice (la scoperta dell'astronave fantasma diventerà da Alien in poi uno stereotipo di molta fantascienza spaziale). Il timbro enfatico che pesa sul racconto può, oggi, destare fastido, ma riferito agli anni '60 e alle condizioni sociali dell'Est europeo si rivela in sintonia con un ideale progetto di parabola politica: la corsa dell'"Ikarie" verso un mondo libero e i due pianeti che si contrappongono (l'uno portatore di morte e l'altro di energia positiva) non possono non significare l'ansia di libertà di un popolo ancora combattuto tra spinte conservatrici e voglia di rinnovamento.

Importato dalla AIP negli Stati Uniti con il titolo Voyage to the End of the Universe, il film fu tagliato arbitrariamente ed uscì con un finale posticcio nel quale i cosmonauti di "Ikarie XB 1", scesi sul pianeta bianco (...diventato verde nell'edizione americana), scoprono i resti di una civiltà scomparsa sui quali si erge la mole della Statua della Libertà.

Secondo la filmografia della IMdb, Stanislaw Lem avrebbe collaborato alla sceneggiatura, pun non apparendo nei credits.

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