Mentre le immagini scorrono sullo schermo la voce del narratore (Buchanan stesso) prepara il pubblico all'imminente tragedia accennando ad una fosca maledizione che graverebbe sulle Ozark Mountains...
La macchina in panne costringe i coniugi Sterns a bussare alla porta della fattoria di Greely, un sinistro individuo che vive in compagnia di Bella, la sua sfiorita governante, coltivando l'hobby di collezionare serpenti, iguana ed altri animali selvatici. Leilla Sterns capisce al volo che l'uomo non è propriamente sano di mente, ma si lascia convincere a visitare con il marito Norman una pittoresca cavità della montagna senza immaginare che al suo interno dimora la creatura preferita di Greely, un mostro famelico che tempo addietro egli ha sottratto alle armi dei cacciatori ed ha amorevolmente allevato nutrendolo con la carne degli ignari stranieri di passaggio. Ad evitare all'ultimo momento che i coniugi Sterns finiscano tra le fauci del mostro, ci penserà il paleontologo Wayne Thomas (Tommy Kirk) coinvolto, casualmente, nell'avventura.

Ispirandosi vagamente al racconto "Being" di Richard Matheson, Larry Buchanan mette in scena un patetico incrocio tra un gill-man e un cavernicolo e tenta di giustificare la follia omicida del protagonista con oscure motivazioni psicologiche.

I commentatori americani giudicano, senza molte riserve, il film come uno dei peggiori del regista di Zontar the Thing from Venus ed estendono la condanna all'interpretazione dell'ex disneyano Tommy Kirk.