HAUSER'S
MEMORY |
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Titolo italiano: LA MORTE VIENE DAL PASSATO | |||
Produzione: 1970 - G.B., Universal TV, col., 120 min. | |||
Regia: Boris Sagal |
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Sceneggiatura: Adrian Spies | |||
Musica: Billy Byers | |||
Interpreti: David McCallum, Susan Strasberg, Lilli Palmer, Helmut Käutner, Leslie Nielsen, Robert Webber, Herbert Fleischmann, Hans Elwenspoek, Peter Capell, Barbara Lass, Peter Ehrlich, Günter Meisner, Otto Stern, Manfred Reddemann, Arthur Brauss, Jochen Busse, Barbara Capell |
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Il professor Hauser, eminente scienziato tedesco che ha lavorato per i sovietici, sta morendo e con la sua morte rischiano di perdersi i segreti di tanti geniali studi e di rivoluzionarie scoperte. I laboratori inglesi attuano, allora, un rischioso esperimento - mai tentato prima - di trapianto della memoria. Dopo aver convinto il dottor Mondoro a fare da cavia, gli iniettano un siero estratto dalle cellule cerebrali morenti. L'operazione sembra avere successo, ma presto sorgono dei problemi: Mondoro, dominato da una doppia personalità combatte contro la parte di Hauser che gli ha invaso la mente e si adopera per vincere un passato che vorrebbe sopravvivere. Hauser, ex nazista, rappresenta per lui, di origini ebraiche, il fantasma da esorcizzare; gli ultimi irriducibili del Terzo Reich i nemici da abbattere. | |||
Il soggetto è l'ennesimo libero adattamento del fortunato romanzo Donovan's Brain di Curt Siodmak, già portato "ufficialmente" sullo schermo in altre occasioni (la prima volta con La signora e il mostro). L'elemento più interessante, che distingue il film dalle precedenti versioni, è dato dalla figura di Hauser, nazista durante la guerra, al soldo dei comunisti poi, e "trapiantato" nella personalità di un ebreo. | |||
David McCallum (il dottor Mondoro) si conferma attore di tutto rispetto, tenendo testa alla veterana Lilli Palmer (la moglie di Hauser) e a Susan Strasberg (la sua "vera" moglie), figlia di Lee, decano del "metodo". | |||
Prodotto
per la televisione e distribuito nelle sale, il film è stato premiato
al Festival di Trieste del 1971. © |
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