La storia, pur essendo ambientata in un finto passato (...l'anno è il 1957), ipotizza, in realtà, un prossimo futuro dominato dalla guerra e dai regimi totalitari. La città immaginaria di Aquilea è simbolicamente la Buenos Aires dei giorni nostri e le sorti dell'assedio coincidono con quelle di un'Argentina - e in genere di un'America latina - sulla quale cominciano ad addensarsi alla fine degli anni '60 le nubi del colpo di stato, della repressione, della tortura.
Allo spettatore non viene spiegato chi siano gli invasori, né quando o perché l'invasione sia cominciata. Lo spettatore è posto di fronte ad una "situazione limite" e a lui si chiede di riflettervi per riscoprire in sé le ragioni del diritto e della solidarietà. In un mondo confinato nell'egoismo e nell'apatia, i "ribelli" sono una minoranza di uomini e donne, giovani o anziani, tutti appartenenti alla società civile: i militari del film sono dalla parte del torto, o si sono arresi, o hanno abbandonato la nazione allo sbando.

Invasión è un interessante e inconsueto racconto di fantapolitica concepito su quei toni e su quelle atmosfere imprecisate di spazio e di tempo caratteristici della poetica di Borges e Casares, due grandi protagonisti della letteratura ispano-americana contemporanea.

Borges figura nei titoli anche come autore, insieme ad Anibal Toilo, della canzone "Milonga de Manuel Flores" interpretata da Ubaldo de Lío e Roberto Villanueva.

Da Casares, il cinema trarrà ispirazione anche per il film L'invenzione di Morel.