CASTLE OF EVIL
Produzione: 1966 - USA, Commonwealth Pictures Corporation/NTA/United Pictures, col., 81 min.
Regia: Francis D. Lyon
Sceneggiatura: Charles A. Wallace
Effetti speciali: Roger George
Musica: Paul Dunlap
Interpreti: Scott Brady, Virginia Mayo, David Brian, Lisa Gaye, Hugh Marlowe, William Thourlby, Ernest Sarracino, Natividad Vacío, Shelley Morrison

Vittima dell'esplosione del suo laboratorio, il dottor Korvik, sfigurato nel volto, muore tra atroci sofferenze, al termine di una lunga agonia. Sei persone che in passato hanno avuto rapporti di collaborazione o di amicizia con lui sono convocate dalla sua governante per ascoltare le ultime volontà. Il gruppo raggiunge la piccola isola nella quale è situata la dimora di Korvik ed apprende dalla donna che il defunto scienziato riteneva responsabile della sua tragica fine uno di loro: allo scopo di vendicarsi egli ha costruito un robot, a sua immagine, programmandolo per eliminare il colpevole. Soltanto dopo che l'uomo - o la donna - sarà giustiziato, gli altri potranno dividere l'eredità. Tra i sei ospiti serpeggia il sospetto, e la paura è acuita dall'impossibilità momentanea di abbandonare l'isola: prigionieri nel castello-laboratorio i sei non possono che aspettare il compimento del destino, ma quando uno di loro muore, l'incubo, imprevedibilmente, continua: una mano sconosciuta sa riprogrammare il robot e gli omicidi si susseguono implacabilmente.

Se, per ipotesi, i sei convenuti all'eredità avessero letto il romanzo di Agatha Christie Dieci piccoli indiani (del quale il film è ovviamente una bizzarra inconfessata trasposizione) si sarebbero evitati un sacco di guai: non sarebbero mai andati nella spettrale dimora di Korvik e l'infida governante dall'esotico nome di "Lupe Tekal d'Esperanza" non avrebbe fatto del male a nessuno... poiché, naturalmente è lei che ha provocato l'incidente nel corso del quale il povero Korvik è rimasto orribilmente sfigurato ed è lei che manomette la memoria del formidabile robot nel tentativo di tenere i soldi per sé. Se ciò fosse avvenuto questo piccolo film non sarebbe mai stato realizzato e sarebbe stato, in parte, un peccato perché avrebbe privato lo spettatore del piacere di assistere alla "scena clou" nella quale l'energico Scott Brady, nella parte di Matt Granger, prende in mano la situazione e distrugge la macchina assassina con un colpo di pistola laser (anch'essa inventata dall'eccentrico scienziato) lasciata provvidenzialmente incustodita nel laboratorio.

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