VIKING WOMEN AND THE SEA SERPENT
  
Produzione: 1958 - USA, AIP, b/n, 66 min.
Regia: Roger Corman
Sceneggiatura: Lawrence Louis Goldman da un soggetto di Irving Block
Effetti speciali: Jack Rabin, Louis DeWitt, Irving Block
Musica: Albert Glasser
Interpreti: Abby Dalton, Susan Cabot, Brad Jackson, June Kenney, Richard Devon, Betsy Jones Moreland, Johnathan Haze, Jay Sayer, Lynn Bernay, Sally Todd, Gary Conway, Michael Forest, Wilda Taylor
Le donne di un villaggio vichingo partono in cerca dei loro uomini che non hanno più fatto ritorno da una spedizione per mare. Dopo essere sfuggite alle insidie del Maelström e alle fauci un gigantesco serpente emerso dalle profondità degli abissi, scoprono che i loro guerrieri sono stati catturati dal feroce popolo dei Grimaults e, rischiando di finire esse stesse prigioniere, riescono a liberarli. I barbari le inseguono per mare, ma sono travolti dalla mostruosa creatura marina.

Nel suo libro Come ho fatto cento film ad Hollywood senza mai perdere un dollaro (vera miniera di aneddoti e curiosità) Roger Corman sostiene di aver accettato il soggetto propostogli da Block dopo essere rimasto affascinato dalle tavole preparatorie disegnate da Rabin, senza riflettere sulla difficoltà degli effetti speciali che un'avventura come questa - che coniugava in maniera insolita il genere fantascientifico dei mostri marini con un fantasy ambientato in un immaginario IX secolo nordico - comportava. Gli esterni furono scelti tra i paesaggi del Bronson Canyon e l'Iverson's Ranch; la scaletta di lavorazione fu fissata nell'arco di una decina di giorni e gli interpreti - costretti a giostrarsi i ruoli a causa dell'improvvisa defezione della protagonista designata - studiavano la parte a bordo del pullman che giornalmente li trasportava sul set.
La scena culminante del combattimento con il serpente di mare venne filmata con la tecnica del "trasparente" e utilizzando un'illuminazione scarsa per mascherare l'artigianalità dell'insieme.
"...Le riprese con la proiezione sullo sfondo - ricorda l'attrice Abby Dalton - furono un divertimento. Eravamo in questo studio cavernoso e c'era chi faceva ondeggiare la nave, e chi agitava tubi di gomma spumeggianti e lanciava secchiate d'acqua addosso a noi ragazze, grondanti nelle nostre pelli vichinghe. Tra una ripresa e l'altra la troupe ci riempiva di brandy per impedirci di morire assiderate. Alla fine della giornata ero talmente ubriaca che camminavo a stento..."

Intitolato anche The Saga of the Viking Women and Their Voyage to the Waters of the Great Sea Serpent, è stato ironicamente definito come il film dal titolo più lungo e dal budget più ristretto.

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