BIJO TO EKITAI NINGEN
Titolo italiano: UOMINI H
Produzione: 1958 - Giappone, Toho, col., 87 min.
Regia: Ishirô Honda
Sceneggiatura: Takeshi Kimura da un soggetto di Hideo Kaijo
Effetti speciali: Eiji Tsuburaya
Musica: Masaru Sato
Interpreti: Yumi Shiarakawa, Kenji Sahara, Akihiko Hirata, Mitsuro Sato, Koreya Senda, Yoshio Tsuchiya, Yoshibumi Tajima, Eitaro Ozawa, Testu Nakamura, Ayumi Sonoda, Toshiko Nakano

Una rapina - una come tante ne accadono nelle grandi metropoli - segna l'inizio di una vicenda da incubo che mette in pericolo il futuro stesso dell'umanità.
Un rapinatore, dopo aver compiuto il colpo, viene sfiorato da qualcosa e mentre fugge terrorizzato muore investito da un'auto. Del suo corpo non rimane alcuna traccia ... sull'asfalto restano solo i suoi abiti.
La ragazza dello scomparso viene contattata dalla polizia e, al tempo stesso, è nel mirino degli altri rapinatori. Uno di costoro la sequestra e la conduce nelle gallerie della città senza sapere che proprio quel luogo è uno dei rifugi degli Uomini H, informi spettrali mutanti che assorbono l'energia degli uomini dissolvendone il corpo.
All'origine della spaventosa metamorfosi ci sono alcuni test atomici avvenuti in una zona di mare. Gli uomini di una nave che si è trovata a passare in quelle acque si sono trasformati in masse informi, veri concentrati di radioattività che assorbono gli esseri viventi con cui vengono a contatto. Sono loro i primi Uomini H.

Nella filmografia di Ishiro Honda questo film - insieme a Gasu Ningen Dai Ichigo (Una nube di terrore) - occupa un posto di tutto rilievo non tanto perché esula dagli schemi dei "film di mostri", quanto perché utilizza l'impianto di un film noir svolgendolo in chiave di fantahorror. Una vicenda cupa nella quale si riscontrano temi familiari ad una certa produzione occidentale che attraverso la fantasy denuncia i mali della civiltà contemporenea simboleggiando nelle sfuggenti creature mutanti i guasti del tessuto sociale.

Titoli americani: Beauty and the Liquidman, The H-Man.

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