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EL
HOMBRE BESTIA
O LAS AVENTURAS DEL CAPITÁN RICHARD |
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Produzione:
1934
- Argentina, b/n, 50 min. |
Regia:
C.Z. Soprani (Camilo Zaccaria Soprani) |
Sceneggiatura:
C.Z.
Soprani |
Interpreti:
Saverio
Yaquinto, Carmencita Quiroga, Raul D'Angeli, Lito Batardo, Elvira Ratti,
Felipe Salzinger, Rosarito Olmedo, Beatriz Colman, Gastón Robert,
Ricardo Battaglia, Mario Cuatucci, B. Filippelli, Marcelo Molina |
L'asso
dell'aviazione Capitano Richard, abbattuto durante una ricognizione sulle
linee nemiche, sopravvive per 10 anni in una foresta lontana da ogni centro
abitato, perdendo la memoria e regredendo allo stato primordiale. Quando
un aereo atterra provvidenzialmente nelle vicinanze del suo rifugio, tramortisce
il pilota; si mette ai comandi del velivolo e (...l'amnesia, evidentemente,
non gli ha fatto dimenticare come si vola...) torna in patria. Dopo lungo
vagare, il poveretto cade sfinito davanti all'ingresso della clinica del
dottor Marchesi, uno scienziato ambizioso e senza scupoli che insegue
il sogno di rivoluzionare il corso della scienza medica facendo ricorso
a metodi anche illegali. Marchesi riconosce nello sconosciuto il Capitano
Richard, ma poichè tutti lo credono morto, non esita a servirsene
come cavia per sperimentare gli effetti di un siero che altera la personalità
umana e potenzia in maniera incontrollabile gli istinti aggressivi. Trasformato
in un furioso maniaco, Richard si dà alla fuga aggredendo e rapendo
le giovani ragazze nelle quali si imbatte. Il detective Jackson organizza
la caccia e dopo diversi tentativi andati a vuoto riesce, in fine, a catturarlo.
Ipnotizzato dal professor Robinson, Richard rivela il nascondiglio nel
quale tiene prigioniere le donne e tornato nel laboratorio strangola il
dottor Marchesi che vuole ucciderlo per eliminare ogni prova. Una delicata
operazione al cervello gli permetterà poi di recuperare la ragione
e di riprendere a fare l'aviatore. |
La
trama è fragile, articolata tra situazioni appena abbozzate e tenute
assieme da un gioco di infantili coincidenze narrative ambientate in una
cornice geograficamente incomprensibile che accosta allegramente quartieri
cittadini ad antri cavernosi di giungle inesplorate. Ma il film è
in qualche misura sorprendente e imprevedibile.
Le interpretazioni e la regia sono amatoriali (non risulta che regista e
interpreti abbiano calcato altre volte i set cinematografici) e, a tratti,
involontariamente comiche, ma in più momenti sono illuminate da contrastati
e plastici primi piani.
La scena d'apertura, che ritrae festose bambine e giovani bagnanti su una
spiaggia, è del tutto estranea al racconto e somiglia ad un maldestro
filmino girato in una gita domenicale, ma la singolarità e l'audacia
di alcune sequenze (la movimentata lite tra i pescatori all'osteria, il
rapimento notturno e gli spezzoni delle operazioni chirurgiche) hanno un
tocco di stravagante originalità.
L'"Hombre Bestia" - con barba incolta e capelli dovutamente arruffati,
ma con le spalle e il petto ricoperti da una poco estetica peluria - mostra
una certa fatica nel sollevare le vittime svenute e non dimentica mai di
calzare i mocassini, neppure dopo essersi bagnato nell'acqua del mare quando
deve preoccuparsi a sfuggire agli uomini che lo inseguono; il detective
Jackson, con la sua aria da impiegato comunale, è quanto di più
distante si possa immaginare dall'archetipo virile dell'eroico investigatore
che risolve il mistero... ma il dottor Marchesi - tormentato dal rimorso
di quanto ha fatto e costretto ad uccidere la donna che ha intuito la verità
- è credibile e non sfigura al confronto con i mad doctors
di tante pellicole americane degli anni '40. |
Insomma,
un piccolo "cult movie" realizzato con pochi mezzi, ma piacevolmente
bizzarro e storicamente importante, essendo - con tutta probabilità
- il primo fantahorror nella storia della cinematografia argentina. |
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