ANACONDAS: THE HUNT FOR THE BLOOD ORCHID
  
Titolo italiano: ANACONDA: ALLA RICERCA DELL'ORCHIDEA MALEDETTA
Produzione: 2004 - USA, Screen Gems/Columbia, col., 97 min.
Regia: Dwight H. Little
Sceneggiatura: Hans Bauer, Jim Cash, Jack Epps Jr., John Claflin, Daniel Zelman, Michael Miner, Ed Neumeier
Effetti speciali: Photon VFX, Photon, Animal Logic, Makeup Effects Laboratories, Studio Kite
Musica: Nerida Tyson-Chew
Interpreti: Johnny Messner, KaDee Strickland, Matthew Marsden, Nicholas Gonzalez, Eugene Byrd, Karl Yune, Salli Richardson-Whitfield, Morris Chestnut, Andy Anderson, Nicholas Hope, Peter Curtin, Denis Arndt
In una remota foresta pluviale del Borneo, fiorisce ogni sette anni una rarissima specie di orchidea dalla quale si potrebbe estrarre un enzima miracoloso, capace di guarire da tutti i mali - dal raffreddore al cancro - e di contenere l'invecchiamento delle cellule fin quasi a garantire una sorta di eterna giovinezza. Una industria farmaceutica autorizza una spedizione durante le settimane in cui la pianta fiorisce, e il viaggio, ostacolato dalla stagione delle pioggie, è reso possibile dal capitano Bill Johnson, l'unico che, dietro lauto compenso, è disposto ad accompagnare i ricercatori con la sua imbarcazione lungo i fiumi in piena. Nel corso del viaggio, la nave affonda inghiottita da una cascata e il gruppo è costretto a farsi strada nella giungla nel vano tentativo di raggiungere un amico di Bill che ha accettato di venire in soccorso. Ma per gli esploratori i guai sono appena cominciati: un colossale anaconda dà loro la caccia e a questo rettile se ne aggiungeranno altri, tutti giganteschi e affamati. Gli anaconda sono nella stagione degli amori e le loro terrificanti proporzioni dipendono dall'essersi nutriti della misteriosa orchidea...
Fiacco film di fanta-avventura che (soltanto) nel titolo si richiama al precedente e non memorabile Anaconda. Il racconto è, in sostanza, quello delle tragiche vicende di un gruppo di persone prigioniere di una natura selvaggia, infestata da animali assassini, e vittime predestinate delle tensioni che scoppiano tra di loro. Gli interpreti pur volenterosi e potenzialmente "in parte", soccombono sopraffatti da banalissimi dialoghi e relegati in ruoli stereotipati: per tutti valga la figura del capitano, presentato come un avventuriero macho al cento per cento - sbiadito ricordo degli eroi alla Indiana Jones - che si esibisce in un incredibile combattimento contro un coccodrillo alla maniera del Tarzan di Weissmüller. Diretto con colpevole lentezza dal regista Dwight H. Little (Hostage: Dallas) che ruba qua e là prevedibili situazioni stilistiche dallo spielberghiano Jaws, il film ha il merito, semmai, di proporre una volta tanto rettili giganteschi resi mutanti non dai soliti esperimenti di manipolazione genetica.

Da segnalare lo svarione - peraltro sottolineato da molti recensori - della sceneggiatura: l'anaconda vive nel Nuovo Mondo, ma non nel Borneo.

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