THE TIME MACHINE
  
Produzione: 2002 - USA, Parkes-MacDonald, col., 92 min.
Regia: Simon Wells
Sceneggiatura: John Logan, basata sul romanzo omonimo di Herbert G.Wells, adattato per lo schermo da David Duncan
Effetti speciali: Digital Domain, Industrial Light & Magic, Cinesite, C.O.R.E. Digital
Musica: Klaus Badelt
Interpreti: Guy Pearce, Samantha Mumba, Orlando Jones, Mark Addy, Jeremy Irons, Sienna Guillory, Phillida Law, Alan Young, Omero Mumba, Yancey Arias, Laura Kirk, Josh Stamberg, Max Baker, Myndy Crist, John W. Momrow, Connie Ray, Jeffrey M. Meyer, Lennie Loftin
Ossessionato dalla perdita della fidanzata Emma, uccisa da un rapinatore, il giovane e brillante professor Alexander Hartdegen, studioso di fisica e meccanica nella New York del 1899, dedica ogni energia alla creazione di una macchina del tempo con cui tornare indietro e impedire la disgrazia. Quando però vede le sue speranze frustrate dalla scoperta che, per quanti tentativi faccia, non è in grado di cambiare il passato e salvare l'amata, Alexander decide di partire verso il futuro. Ammira le meraviglie tecnologiche del 2030 ed assiste al disastro del 2037, anno che segna il crollo della civiltà causato da una micidiale pioggia di meteoriti: i frammenti della Luna dilaniata e spinta fuori dall'orbita dalle atomiche incautamente usate per costruire sul satellite lussuosi alloggi sotterranei. Privo di sensi, Alexander supera ignaro millenni e glaciazioni, per ritrovarsi nell'anno 802701. Raccolto e curato da Mara, che abita col fratellino Kalen in un incredibile villaggio abbarbicato sulle pareti verticali di uno strapiombo, lo scienziato scopre ben presto che l'esistenza bucolica dei suoi miti ospiti Eloi è minacciata dai Morlock, mostruosi ominidi che periodicamente emergono dal sottosuolo per catturarli e cibarsene. La stessa Mara viene rapita nel corso di una razzia, ed Alexander scende senza esitazione negli sconosciuti ipogei dei cannibali per tentare di salvarla. Ma scopre di essere atteso dalla mente superiore che governa non solo i brutali Morlock ma anche gli inconsapevoli Eloi. E' il Super Morlock, spietato umanoide albino dai grandi poteri mentali, unico essere vivente - oltre al sopravvissuto sistema Vox col quale Alexander aveva parlato nel 2030 - a conservare piena memoria del passato, e deciso a mantenere l'attuale terrificante equilibrio tra le due razze in cui si è divisa l'umanità.

Ottimo remake de L'uomo che visse nel futuro girato da George Pal nel 1960. Visivamente pregevole ed assai curato nelle scenografie e nei costumi, il film è stato accusato di essere niente più che una spettacolarizzata ma superficiale fanta-love-story. Un giudizio che non condividiamo, perchè questo Time Machine non sfigura di fronte al suo predecessore, al quale rende omaggio ricalcandone alcune significative sequenze, come quella del manichino che indica il trascorrere del tempo attraverso l'accorciarsi degli abiti femminili che indossa o quella dello sbriciolarsi dei libri tra le mani del protagonista. Per altri versi invece se ne discosta, presentandoci delle interessanti variazioni e degli aggiornamenti non banali. Uno è il sistema Vox, la biblioteca universale gestita da una unità fotonica che interagisce con l'esterno attraverso una immagine umana (che si accomiata da Alexander col classico saluto vulcaniano), biblioteca che sopravvive intatta nei contenuti ed in grado di fornire agli Eloi tutto il sapere di cui avranno bisogno. Un altro è la causa della caduta dell'umanità, che non viene attribuita alla solita guerra nucleare, ma - con un messaggio ecologista di livello interplanetario - fatta risalire allo sconsiderato assalto dell'uomo alla natura per motivi essenzialmente di profitto. L'ultimo è il Super-Morlock, la cui introduzione pone sotto una luce del tutto diversa il rapporto tra le due razze, sottraendolo alla casualità degli eventi per ricondurlo ad un preciso disegno nella lotta per la sopravvivenza della specie. Ed in questa ottica è lecito interrogarsi su chi siano davvero gli eredi dell'uomo: i remissivi, sognanti Eloi, con le loro canoe di bambù e le capanne che sembrano lampade cinesi, oppure i feroci, spaventosi Morlock, con la loro rudimentale meccanica, le fonderie, i metalli?

©