POSSIBLE WORLDS
  
Titolo italiano: POSSIBLE WORLDS
Produzione: 2000 - Canada, The East Side Film Company/In Extremis Images, col., 93 min.
Regia: Robert Lepage
Sceneggiatura: Robert Lepage, John Mighton
Effetti speciali: Antonio Vidosa, Film Effects Inc.
Musica: Ron Proulx
Interpreti: Tilda Swinton, Tom McCamus, Sean McCann, Gabriel Gascon, Rick Miller, Griffith Brewer, Daniel Brooks, Steve Adams, Russell Yuen, Mariah Inger, Laurent Imbault, Lisa Bronwyn Moore, Eric Hoziel, Simon Lee, Clément Cormier, Sylvie Rousseau, Bertrand Cyr, Denis Cormier
George Barber viene brutalmente assassinato da qualcuno che ne asporta il cervello per consegnarlo, forse (è questa l'ipotesi che si profila nel corso delle indagini della polizia), ad uno scienziato che sperimenta la possibilità di mantenerlo in vita artificialmente. Ma George, stranamente, riappare per vivere e rivivere più volte, in svariate sfumature, il rapporto sentimentale con Joyce, la donna che ama. George si è sempre detto convinto che l'esistenza è la risultante di ricordi, scelte ed esperienze vissute in un numero illimitato di mondi paralleli nei quali si è liberi di costruire o capovolgere a piacimento il destino. La sua morte è uno dei tanti episodi che egli si è scelto, oppure le sue diverse avventure sono le sterili proiezioni del cervello custodito in una vasca di vetro e sottoposto a stimolazioni elettriche?
Nella cornice più o meno narrativamente necessaria (il film è obiettivamente privo di linearità descrittiva) di un progresso scientifico che ha vinto lo stadio della morte cerebrale, il film costruisce segmenti di vita di un uomo che si combinano l'un l'altro o si contraddicono, si ripetono o si cancellano, inseguendo una (impossibile) definizione dei concetti di identità, realtà, immaginazione, creatività del pensiero. Speculazione filosofica e surrealismo si fondono nelle sequenze che scorrono sullo schermo fino ad abbozzare una dottrina della circolarità dell'esperienza: quasi una dialettica esistenziale del sentimento e della ragione che scopre nella categoria del "possibile" la sua infinitamente libera dimensione.

Ispirato al lavoro teatrale dello scrittore-attore canadese John Mighton e conosciuto anche con il titolo francese Mondes possibles, il film si colloca tra le recenti pellicole che (da Sliding Doors a Matrix, con esiti e intenti diversi) si interrogano sul significato e sul valore dell'individuo in rapporto alla sua percezione del mondo "oggettivo".

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