RUBBER'S LOVER
  
Produzione: 1996 - Giappone, b/n, 91 min.
Regia: Shozin Fukui
Sceneggiatura: Shozin Fukui
Musica: Tanizaki Tetora
Interpreti: Nao, Norimizu Ameya, Youta Kawase, Mika Kunihiro, Sosuke Saito
Incaricati dai vertici di una corporazione industriale di approfondire lo studio dei poteri della psiche umana, un team di ricercatori ha scoperto la possibilità di potenziare le onde cerebrali per mezzo di droghe sintetiche e dell'energia sprigionata da un avveniristico macchinario computerizzato. Le persone sottoposte agli esperimenti, scivolano però dalla pazzia alla morte, dimostrando l'elevatissimo rischio del trattamento e la società taglia i finanziamenti ordinando la sospensione del progetto. Ma gli scienziati, convinti di essere ormai prossimi al traguardo finale, continuano il lavoro e, asserragliati nel laboratorio, costringono un loro recalcitrante collega e una dipendente della ditta a sottoporsi ai test.

Dopo 964 Pinnochio (al quale questo film sembra riallacciarsi come una sorta di prequel) il regista Shozin Fukui firma un secondo omaggio al cinema di Shinya Tsukamoto (Tetsuo), trasformando un intreccio, per la verità, poco originale in una rassegna di cliché del cyberpunk - esasperata da una contrastatissima fotografia in bianco e nero e da invenzioni visive al limite del virtuosismo - e in una metafora dell'uomo bio-meccanico, tragico protagonista di un futuro spersonalizzante, che grida la perdita di identità, lacerato nella carne e nella psiche tra i confini del mondo oggettivo e dell'immaginazione.

Opera ambiziosa e provocatoria, ma non esente dall'artificiosità di un esercizio stilistico.

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