BLOOD
  
Produzione: 1999 - G.B., Cantor-Markham Productions/Loud Mouse Productions/Omni International/YMPA, col., 84 min.
Regia: Charly Cantor
Sceneggiatura: Charly Cantor
Effetti speciali: The Computer Film Co., Stuart Conran, Giles Livesey
Musica: Vince Clarke
Interpreti: Adrian Rawlins, Lee Blakemore, Phil Cornwell, Nicolas Harvey, Paul Herzberg, Michael McKell, Amelda Brown, Elizabeth Marmur, Chris Roebuck

Un uomo soccorre una ragazza prigioniera di un gruppo di tossicodipendenti. L'uomo è il professor Dyson, responsabile, 20 anni prima, dello sfortunato progetto di ingegneria genetica "Elixir" che avrebbe dovuto aprire nuovi orizzonti alla ricerca medica, e la ragazza è Lix, la creatura artificiale che egli stesso aveva creato in laboratorario e della quale si erano perse le tracce dopo l'accantonamento del progetto. Vincendo le perplessità della moglie, Dyson si prende cura di Lix ospitandola nella propria casa, ma Lix si rivela ben presto - anche se suo malgrado - un mostro. Il fluido che scorre nelle sue vene ha, infatti, le proprietà di una pericolosissima droga e ogni goccia che ne viene versata deve essere rimpiazzata da una ingente quantità di sangue umano. Dyson che ha casualmente accostato le labbra ad un leggero graffio di Lix, è immediatamente trascinato nel tunnel dell'assuefazione: per aiutare la ragazza a sopravvivere e goderne gli effetti del suo fluido, il professore dimentica lavoro e famiglia e dà inizio ad una serie di efferati omicidi.

Il film risolve la metafora della tossicodipendenza innescandola sul tema classico del vampirismo. La storia non manca di risvolti psicanalitici sulla sessualità repressa e sulle ipocrisie borghesi e suggerisce una sottile continuità con la tradizione cinematografica dell'horror britannico. Il regista Charlie Cantor, pur servito da una intrigante fotografia di Katie Swain, appare piuttosto incerto nelle intenzioni e l'intreccio rischia di afflosciarsi su un convenzionale thriller erotico.

La figura dell'involontario mostro al femminile, portatrice sana di morte e al tempo stesso vulnerabile "donna-oggetto" incessantemente bramata e concupita dagli uomini è bene interpretata da Lee Blakemore. Il dottor Dyson è interpretato da Adrian Rawlins che ha recentemente conosciuto rinnovata notorietà impersonando James Potter nella fortunata trilogia (per ora) di Harry Potter.

Realizzato nel 1999, il film fu distribuito nel 2000, accorciato di circa 40 minuti rispetto alla sua durata originale.
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