MAN'S BEST FRIEND
Titolo italiano: IL MIGLIORE AMICO DELL'UOMO
Produzione: 1993 - USA, col., 97 min.

Regia: John Lafia

Sceneggiatura: John Lafia
Effetti speciali: Frank Ceglia
Musica: Joel Goldsmith

Interpreti: Ally Sheedy, Lance Henriksen, Robert Costanzo, John Cassini, William Sanderson, J.D. Daniels, Fredric Lehne, Trula Marcus, Robin Frates, Bradley Pierce, Robert Arentz, Rick Barker, Ray Lykins, Arlen Stuart

Lori Tanner, una reporter che sta realizzando un servizio televisivo col quale intende rivelare all'opinione pubblica gli atroci esperimenti genetici condotti su animali dalla Emax, penetra nei laboratori della compagnia e - tra le innumerevoli cavie di ogni tipo che trova ingabbiate - libera e si porta a casa Max, un colossale (e apparentemente gioviale) mastino tibetano. Quando il Dr. Jarret, proprietario della Emax e direttore delle ricerche, si accorge della sparizione, non ha altra alternativa che avvertire la polizia, e confessare che il cane rappresenta un pericolo mortale.
Ciò che Lori ignora, infatti, è che l'animale è stato sottoposto ad un esperimento nel quale al suo Dna sono state aggiunte parti del codice genetico di varie altre specie, tra cui orsi e leoni, e questo - oltre a renderlo una belva sanguinaria - ne ha accresciuto considerevolmente l'intelligenza e la forza, e l'ha dotato di altre straordinarie facoltà (tra cui la capacità di arrampicarsi sugli alberi!).
Soltanto una particolare droga - regolarmente somministrata - impedisce a Max di scatenare la sua ferocia. Ma l'effetto del siero in breve si esaurisce, e il cane - che si lascia avvicinare soltanto dalla ragazza - rivolge la sua furia omicida contro chiunque gli capiti a tiro. I primi a farne le spese sono il fidanzato di Lori e alcuni malcapitati poliziotti. Fortunatamente il mastino non è invulnerabile alle pallottole...

Debole fanta-horror in cui si conferma lo sperimentato clichè del quotidiano che si trasforma in inatteso orrore. In questo caso è il miglior amico dell'uomo per antonomasia a rivelarsi un mostruoso killer, ma la pellicola, che ricorda il più noto "Cujo", non decolla. L'incerta regia non sa decidersi sul taglio da dare alla vicenda e rimane colpevolmente in bilico tra il serio e l'ironico. La sceneggiatura ci mette del suo, presentandoci un cane che scala senza problemi gli alberi inseguendo un gatto terrorizzato, e la cui urina è un acido più letale del sangue di Alien e del vomito di Seth Brundle ne La mosca. Distanti dalle loro migliori performances Ally Sheedy (Wargames, Corto circuito) e Lance Henriksen (Aliens, Fuga da Absolom).
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