DOGURA MAGURA
  
Produzione: 1988 - Giappone, Katsujindo Cinema/Toshykanky Kaihatsu AG, col., 109 min.
Regia: Toshio Matsumoto
Sceneggiatura: Toshio Matsumoto, Atsushi Yamatoya dal romanzo di Yumeno Kyuusaku
Musica: Haruna Miyake
Interpreti: Yôji Matsuda, Shijaku Katsura, Hideo Murota, Eri Misawa, Kyôko Enami

Kure Ichiro si trova rinchiuso in un ospedale per malati di mente. Egli non ricorda nulla di sé, neppure il suo nome e non sa come reagire alle parole del dottor Wakabayashi che lo apostrofa come un assassino. Ichiro avrebbe ucciso la propria fidanzata, ma egli non ricorda di averlo fatto né di aver mai avuto una fidanzata. Wakabayashi lo rassicura. Gli dice che potrà liberarlo dallo stato confusionale sottoponendolo ad un esperimento di ricostruzione della memoria già tentato con successo dal defunto dottor Masaki, eminente scienziato e filosofo che ha reso celebre la clinica nella quale si trovano. La terapia del medico si fonda sul concetto che le colpe e la fragilità di ogni individuo sono il prodotto di deviazioni della personalità maturate in fase di gestazione materna nel primo stato di formazione psichica dell'embrione, quando si assimilerebbero esperienze di miliardi di anni di evoluzione
umana... Nel corso di lunghe confessioni e interrogatori, Ichiro è portato a credere che il suo cervello ha difettato nel coordinare correttamente alcune cellule nelle quali sopravviverebbe il ricordo di un suo avo, principe cinese e uxoricida. Può egli considerarsi veramente un omicida? O forse è più semplicemente l'anonimo ingranaggio di una macchina costruita dal potere per soffocare la libertà dell'individuo?

Il regista Matsumoto tenta la difficile impresa di trasferire sullo schermo il capolavoro del 1935 di Yumeno Kyuusaku - un poderoso libro di 1500 pagine - impostando dialoghi e immagini su un'estetica del nonsenso di sapore kafkiano. Ne vien fuori un'opera raffinata e inquietante, soffusa di mistero e di erotismo, che suggerisce la labilità del confine tra sanità mentale e follia, verità e menzogna, realtà e sogno, terapia e manipolazione, che se non appaga le attese dello spettatore in fatto di linearità e spettacolarità del racconto, sicuramente lo fa riflettere sulle contraddizioni dei tempi moderni.

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