Khan Noonien Singh
 

  
  Khan fa il suo ingresso nell'universo di Star Trek nel 1967, nell'episodio "Space Seed" della mitica serie televisiva, definita anche TOS (The Original Series). Tratta dall'omonimo racconto di Carey Wilson e Gene L. Coon, quella vicenda costituisce in pratica l'antefatto del film "Star Trek II - L'ira di Khan" ed è essenziale per inquadrare il personaggio e comprenderne le motivazioni.

  Con il titolo italiano "Regnare all'inferno", il racconto è apparso nel secondo fascicolo della collana "Star Trek - La pista delle stelle" - Ed. Mondadori, Luglio 1978.

 

SPACE SEED (1967, Stagione I, Episodio 24)

  L'Enterprise si imbatte nella S.S. Botany Bay, una nave della Terra classe DY-100, vecchia di quasi trecento anni, che non risponde ai segnali. Una squadra abborda il vascello, e nel suo interno si scoprono custoditi in animazione sospesa oltre un centinaio di esseri umani, quasi tutti - salvo una dozzina - ancora vivi. Khan (Ricardo Montalban), il loro capo, non fornisce risposte esaurienti riguardo la provenienza del gruppo e lo scopo del viaggio, e Kirk deve far ricorso ai banchi memoria della nave ed alla competenza storica della luogotenente Marla McGivers da poco in servizio sull'Enterprise (l'attrice Madlyn Rhue, scomparsa il 16 dicembre 2003), per riportare alla memoria una pagina semidimenticata del passato.
  Sulla Terra, negli anni '90, un ambizioso progetto di ingegneria genetica aveva portato alla creazione di una stirpe di superuomini, i quali, convinti che le proprie superiori capacità fisiche e mentali fossero il segno del loro diritto a governare gli altri, nel volgere di pochi anni si erano impadroniti di vasti territori. Quando oltre un quarto del pianeta era ormai asservito e sconvolto dalle "guerre eugenetiche", (come vennero definite le lotte che i conquistatori suscitavano tentando di estendere il loro dominio e di eliminarsi a vicenda), i popoli ancora liberi si erano coalizzati contro questi dittatori, che alla fine erano stati sterminati.
  Ma non tutti. Il più potente di essi, che aveva imperato su tutto il Medio Oriente e parte dell'Asia meridionale, era scomparso nel 1996 con un folto gruppo di accoliti e non era mai stato trovato. Il suo nome era Khan Noonien Singh.
  Intanto il fascino e l'indubbio carisma di Khan fanno rapidamente breccia nel cuore della luogotenente McGivers, che di suo ha già un debole per i condottieri del passato, e quando l'uomo, con un'azione fulminea, si impadronisce dell'Enterprise, Marla si schiera con lui. Kirk riesce in extremis a ribaltare la situazione e, ripreso il controllo della nave, pone Khan e i suoi seguaci di fronte all'alternativa di una terapia di riabilitazione mentale sulla Terra o l'abbandono sul pianeta Ceti Alpha V, un mondo inesplorato e selvaggio sul quale tuttavia la sopravvivenza è possibile. Khan sceglie l'esilio, commentando orgogliosamente che è "meglio regnare all'inferno che servire in paradiso", e Marla decide di condividere la sorte dell'uomo che ama e per il quale ha rischiato la corte marziale.
  Quando gli esiliati vengono sbarcati su Ceti Alpha V, corre l'anno 2267. Abbandonandoli, Kirk profetizza: «Speriamo che ciò che nascerà dal seme che abbiamo piantato oggi non venga un giorno a cercarci».

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