FORBRYDELSENS ELEMENT
  

Titolo italiano: L'ELEMENTO DEL CRIMINE

Produzione: 1984 - Danimarca, Det Danske Filminstitut/Per Holst Filmproduktion, col., 104 min.
Regia: Lars von Trier
Sceneggiatura: Lars von Trier, Tom Elling, Tomas Gislason, Niels Vørsel
Effetti speciali: Peter Høimark, Poul Kristensen
Musica: Henrik Blichmann, Mogens Dam, Bo Holten
Interpreti: Michael Elphick, Esmond Knight, Me Me Lai, Jerold Wells, Ahmed El Shenawi, Astrid Henning-Jensen, János Herskó, Stig Larsson, Harry Harper, Roman Moszkowicz, Lars von Trier, Frederik Casby, Duke Addabayo, Jon Bang Carlsen, Leif Magnusson, Preben Lerdorff Rye, Camilla Overbye Roos, Maria Behrendt, Mogens Rukov, Gotha Andersen

Il detective Leopold Fisher, uomo stanco e ossessionato da incubi ricorrenti, rivive sotto ipnosi il recente caso che lo ha visto in Europa ad indagare sui delitti di un maniaco omicida. Mettendo in pratica gli insegnamenti dell'anziano maestro criminologo Osborne, convinto - secondo quanto ha sostenuto nel libro "L'elemento del crimine" - della necessità di immedesimarsi psicologicamente con l'avversario per comprenderne il movente e catturarlo, Fisher si è addentrato in un labirinto di brutalità e di follia, e, dopo essersi legato alla donna del killer, ha finito con l'identificarsi, in un tragico sdoppiamento di personalità, con l'assassino stesso. Fisher ha scoperto un mondo nel quale ciascuno di noi può essere il doppio di un altro: un mondo nel quale lo stesso Osborne era, imprevedibilmente, precipitato.

Il racconto parte come un classico "noir", attraversa le regioni della fantascienza sociologica (l'azione è ambientata in una fatiscente Europa del dopo-bomba), e punta ad una rilettura metafisica dei concetti di identità e di persona.

Sotto il profilo formale, il film fa propria la struttura di drammi avveniristici come Stalker o Blade Runner ed anticipa polizieschi introspettivi come Il silenzio degli innocenti o Seven. Stilisticamente assai raffinato e complesso, fotografa con nervosi movimenti della macchina da ripresa una possibile dimensione parallela, notturna e claustrofobica, dominata da una surreale tonalità colore oro. La città nella quale si svolge l'azione è un inferno di malattia e di violenza: quasi un mostruoso organismo vivente che pulsa nei rigagnoli, si illumina di laceranti luci al neon, si moltiplica nelle frammentarie immagini di televisori accesi, si perpetua in una ragnatela di cunicoli e sotterranei.

Primo lungometraggio di Lars von Trier.

Titolo internazionale: The Element of Crime.
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