THE HANDMAID'S TALE
  
Titolo italiano: IL RACCONTO DELL'ANCELLA
Produzione: 1990 - USA/Germania, col., 109 min.
Regia: Volker Schlöndorff
Sceneggiatura: Harold Pinter, dal raccondo di Margaret Atwood
Musica: Ryuichi Sakamoto
Interpreti: Natasha Richardson, Faye Dunaway, Aidan Quinn, Elizabeth McGovern, Victoria Tennant, Robert Duvall, Blanche Baker, Traci Lind, Zoey Wilson, Kathryn Doby, Raynor Scheine, Lucia Hartpeng, Karma Ibsen Riley
Un uomo, una donna e una bambina tentano di attraversare un impervio passo innevato, per riparare in Canada, fuggendo da quelli che una volta erano gli Stati Uniti, divenuti - nell'imprecisato futuro in cui ha luogo questa vicenda - la "Repubblica di Gilead". La famigliola non ce la fa: una pattuglia di confine li intercetta, uccide l'uomo e cattura le donne. Separata dalla figlia, Kate (Richardson) scampa ai lavori forzati - e forse al capestro - grazie al fatto evidente di essere in grado di generare figli. In un mondo in cui un grave disastro ecologico ha reso sterili la quasi totalità delle donne, (soltanto una su cento è ancora in grado di procreare), la capacità riproduttiva di Kate rappresenta il futuro, ed il governo - che persegue con maniacale determinazione l'obiettivo di perpetuarsi - non può fare a meno di lei. Ma i metodi della Repubblica di Gilead sono terribili. Le donne fertili sono trattate come bestiame, trasferite in vagoni piombati ai centri di raccolta, dove sono sottoposte ad un indottrinamento ossessivo, svolto secondo regole di tipo monastico - ivi comprese anche brutali punizioni corporali - teso a soffocarne la volontà e a portarle ad accettare la rossa tonaca delle ancelle.
Con un altro nome (Kate diviene Offred) ognuna andrà poi a vivere nella casa di un grosso esponente del governo, al quale dovrà concedersi ogni volta che ne sarà richiesta, fino a quando gli darà quella prole che la moglie sterile - ritualmente presente alla copula - non è in grado di avere. Se non dovessero esserci frutti, provvederà lo chauffeur, o il medico del controllo sanitario periodico, o qualcun altro, con l'ipocrita connivenza di tutti, perchè il governo proibisce persino l'idea di un eventuale problema di sterilità maschile. Kate viene assegnata alla dimora del Comandante (Duvall), il potente Capo della sicurezza nazionale, e deve barcamenarsi tra le attenzioni dell'uomo - che presto vanno al di là del codificato rapporto formale - e la gelida, sussiegosa cordialità della moglie Serena Joy (Dunaway) costretta a sottostare alle regole ma incapace di dissimulare la propria invidia e gelosia. Sarà proprio l'autista Nick (Quinn) legato a Kate da un sentimento sincero e padre della creatura che la donna porta in grembo, ad organizzare la fuga e a procurarle un sicuro rifugio tra i monti.

Trasposizione non eccelsa del best-seller della Atwood, malgrado la penna di Pinter alla sceneggiatura. L'opera, un'utopia negativa che si pone sulla scia di testi fondamentali come 1984 e Fahrenheit 451 (pur rimanendone ad una certa distanza), lascia tuttavia il segno. Il sistema, che punisce spietatamente ogni digressione comportamentale, è stato creato ed è retto dagli uomini che sono, quindi i padroni di tutto. Le donne, che indossino il rosso delle ancelle, o l'azzurro delle matrone, o il marrone delle istitutrici-sorveglianti, o il bianco delle novizie, sono in realtà tutte schiave dei rispettivi ruoli in una società ritualizzata in ogni sua manifestazione (esemplare il "parto-party": in una villa, una ancella sta avendo un bambino; da una parte il coro scarlatto delle compagne che all'unisono simulano le doglie, in giardino le matrone, tutte in blu, che consumano cocktail e pasticcini congratulandosi con la padrona di casa, madre "ufficiale" del nascituro).
Posto in una situazione di assoluto predominio - questa la morale forse un po' semplicistica della Atwood - l'uomo cade preda dei suoi peggiori difetti.
E la Repubblica di Gilead, dietro l'ordinata facciata perbenista, si rivela la quintessenza di tutti i mali del mondo: corrotta, falsa, bigotta, oppressiva, fascista e guerrafondaia, destinata inevitabilmente alla rovina, già preannunciata dal sorgere di movimenti ribelli e simboleggiata dalla stessa Kate, che prima di fuggire taglia senza troppi rimorsi la gola al Comandante.

Titolo tedesco: Die Geschichte der Dienerin.
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