APOCALISSE DOMANI
  
Produzione: 1980 - Italia/Spagna, José Frade Producciones Cinematográficas S.A./New Fida, col., 96 min.
Regia: Antonio Margheriti
Sceneggiatura: Antonio Margheriti, Dardano Sacchetti
Effetti speciali: Bob Shelley
Musica: Alexander Blonksteiner
Interpreti: John Saxon, Elizabeth Turner, John Morghen (Giovanni Lombardo Radice), Cindy Hamilton (Cinzia De Carolis), Tony King, Wallace Wilkinson, Ray Williams (Ramiro Oliveros), John Geroson, May Heatherly, Ronnie Sanders, Vic Perkins, Joan Riordan, Don Ruffin, William H. Gribble

Il capitano Hopper (Saxon) libera da un campo di prigionia vietcong i marines Bukowski e Thompson che per sopravvivere agli stenti e alle torture si sono abbandonati perfino ad atti di cannibalismo. Qualche anno dopo, Bukowski, dimesso dall'ospedale psichiatrico di Atlanta dove è stato curato per liberarsi dall'incubo della tragica esperienza, cade improvvisamente vittima dell'irresistibile impulso di nutrirsi di carne umana. Aggredita una donna in un cinematografo, si barrica in un supermercato e soltanto l'intervento di Hopper - accorso in aiuto della polizia - lo dissuade dal commettere una strage. Nuovamente ricoverato in ospedale, Bukowski incontra l'ex commilitone Thompson, tutt'ora affetto da smanie cannibalesche, e insieme con lui scatena il terrore tra le corsie. Neppure il capitano Hopper è, in realtà, del tutto immune dal raptus omicida: una ferita provocatagli da uno dei due soldati semi-impazziti al momento della loro liberazione, gli ha trasmesso nel sangue un contagioso virus simile alla rabbia che spinge all'antropofagia. Inseguiti dalle forze dell'ordine, i tre si nascondono nelle fogne della città ingaggiando una vera e propria guerriglia urbana... Ma, intanto, l'epidemia dilaga.

Maggiormente apprezzato all'estero che in Italia (lo stesso Margheriti si dichiarò poco soddisfatto del suo lavoro), il film presenta un'insolita metafora sull'emarginazione che abbraccia temi complessi come quello della crisi di identità, del difficile reinserimento sociale dei reduci di guerra, della incomunicabilità, della violenza istituzionalizzata (i tre "cannibali", pur seminando la morte, sono essi stessi le prime vittime di un sistema che si è servito di loro). L'impostazione è interessante, ma lo svolgimento è superficiale. Fortemente influenzato dalle facili mode dello splatter nostrano, il film slitta sul prevedibile filone degli zombi, confondendo le idee allo spettatore e intrattenendolo in situazioni grandguignolesche che rasentano la più spericolata grossolanità.
La scena "cult" che abitualmente viene citata è quella del torace bucato dalle fucilate attraverso il quale si intravvede un poliziotto che spara: un'idea alla quale - secondo alcuni - Robert Zemeckis potrebbe essersi ispirato in un famoso momento di Death Becomes Her (La Morte ti fa bella).

Distribuito sul mercato internazione e nell'home video con grande varietà di titoli:
Apocalipse Cannibal, Apocalysse domani, Cannibal Apocalipsis, Cannibal Apocalypse, Cannibal Massacre, Cannibals in the City, Cannibals in the Street, Invasion of the Fleshhunters, Savage Apocalypse, Savage Slaughterers, The Cannibals Are in the Streets, The Slaughterers, Virus.

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