FRANKENSTEIN AND THE MONSTER FROM HELL
  
Produzione: 1974 - G.B., Hammer, col., 99 min
Regia: Terence Fisher
Sceneggiatura: John Elder (Anthony Hinds)
Trucco: Eddie Knight, Maude Onslow
Musica: James Bernard
Interpreti: Peter Cushing, Shane Briant, Madeline Smith, David Prowse, John Stratton, Michael Ward, Elsie Wagstaff, Norman Mitchell, Clifford Mollison, Patrick Troughton, Philip Voss, Chris Cunningham, Charles Lloyd Pack, Lucy Griffiths, Bernard Lee, Sydney Bromley, Andrea Lawrence, Jerold Wells, Sheila Dunion, Norman Atkyns, Mischa De La Motte, Victor Woolf, Winifred Sabine
Condannato alla reclusione in un carcere psichiatrico di Carlsbad per aver osato continuare gli studi del barone Frankenstein - da tutti creduto morto in un tragico incendio -, lo studente di medicina Simon Helder scopre che tra i medici del manicomio, sotto l'identità di Carl Victor, c'è proprio il famigerato maestro, il quale, avendo facilmente conquistato il controllo dell'istituto, ha nuovamente costruito un essere artificiale e sta progettando di trapiantarvi il cervello di un pacifico recluso, amante della scienza e dell'arte. Impossibilitato a condurre l'operazione - le sue mani sono state irrimediabilmente danneggiate dalle fiamme - il barone ottiene che il giovane gli faccia da assistente, ma quando il trapianto è ultimato, la creatura comincia a manifestare chiari e pericolosi segni di instabilità mentale. Helder comprende l'orrore dell'esperimento e appreso che Frankenstein intende concedere al mostro la povera Angel, una ragazza muta che precedentemente li aveva aiutati in laboratorio, tenta di distruggerlo...
Per la Hammer e per Cushing il film è l'ultimo del ciclo ispirato a Frankenstein; per il regista Terence Fisher è anche l'ultimo di una lunga carriera, forse non ancora pienamente apprezzata.
Rispetto alle precedenti pellicole, questo film, girato completamente in studio, tradisce i limiti imposti da un budget ridotto e i condizionamenti della nuova tendenza dell'horror ad una più cruda rappresentazione della violenza. La fotografia di Brian Probyn, tuttavia, coglie bene i toni macabri e gotici della vicenda e la regia e le intepretazioni sono, come al solito, ineccepibili. Memorabili la prima apparizione del barone Frankenstein che con un gesto imperioso riduce al silenzio una folla urlante di malati di mente e la malinconica inquadratura del mostro che maneggia il violino.

Peter Cushing, nel ruolo del cinico e amorale barone Victor Frankenstein, ebbe ad ironizzare sull'acconciatura imposta al suo personaggio che lo faceva somigliare - a suo dire - all'attrice Helen Hayes.
Il mostro - un improbabile, gigantesco uomo/scimmia - è impersonato da David Prowse.

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