MISTERIO EN LAS BERMUDAS
  
Produzione: 1977 - Messico, Agrasánchez, col.
Regia: Gilberto Martínez Solares
Sceneggiatura: Gilberto e Adolfo Martínez Solares dal soggetto di Rogelio Agrasánchez
Musica: Ernesto Cortázar Jr.
Interpreti: Santo, Blue Demon, Mil Máscaras, Silvia Manríquez, Sandra Duarte, Carlos Suárez, Gaynor Kote, Ernesto Solis, Humberto Cabañas, Julio César Agrasánchez, Rebeca Sexton, Leticia Montemayor, José Luis Elizondo, Marco Antonio Marín

Santo, Blue Demon e Mil Máscaras, proteggono Samira, principessa di un pacifico stato del Vicino Oriente impegnato in una missione di pace, dai nemici della sicurezza internazionale, ma il loro destino si intreccia con quello di Rina, una giovane in cerca del padre - un insigne scienziato - misteriosamente scomparso. L'uomo, calcolando che la superficie terrestre sarà presto sconvolta da una immane catastrofe, ha progettato una avveniristica città sottomarina - nel Triangolo delle Bermuda - per garantire un futuro all'umanità. Qualche tempo dopo anche i tre eroi svaniscono nel nulla: un giovane pescatore, riconoscendo tra i flutti del mare la gloriosa maschera d'argento appartenuta a Santo del quale era amico, racconta ad un compagno l'intricata vicenda.

Realizzato come l'ultima impresa di Santo, il film sembra voler chiudere una volta per sempre il popolare filone del "masked-wrestler" messicano. L'idea nasce, forse, sulla considerazione che il genere ha ormai esaurito gli spunti creativi e che il pubblico sta dando preoccupanti segnali di stanchezza. Indipendentemente da ogni valutazione commerciale, interessa sottolineare nella storia lo sconcertante squilibrio tra l'accentuata intonazione epica ed apocalittica (nel film c'è anche un'esplosione nucleare che infittisce il mistero sulla sorte dei protagonisti) e la descrizione piatta e spesso confusa che trasferisce le situazioni del fanta-spionaggio americano nel contesto della sonnolenta metropoli messicana, non propriamente all'avanguardia dello sviluppo tecnologico.

Santo e i suoi compagni alternano il ring ai locali notturni; escono con disinvoltura dagli spogliatoi dell'arena per entrare nel bel mezzo di un convegno ministeriale; senza mai spogliarsi degli inconfondibili costumi che li rivelano a distanza, attraversano con olimpica serenità le affollate strade cittadine; le loro mani d'acciaio hanno la pesantezza di un maglio, ma sono lievi ed esperte quando operano alla tastiera di un computer o al volante di fiammeggianti automobili e di rombanti motoscafi; il dialogo sembra ispirarsi alle battute di un comic per adolescenti... Ma nel film non c'è traccia di ironia: tutto è preso terribilmente sul serio.

©