A MAN CALLED DAGGER
  
Titolo italiano: UN AGENTE CHIAMATO DAGGHER
Produzione: 1967 - USA, MGM, col., 86 min.
Regia: Richard Rush
Sceneggiatura: Leighton J. Peatman, Robert S. Weekley
Effetti speciali: Gary Kent
Musica: Steve Allen, Ronald Stein
Interpreti: Paul Mantee, Terry Moore, Jan Murray, Sue Ane Langdon, Eileen O'Neill, Maureen Arthur, Leonard Stone, Richard Kiel, Bruno Ve Sota
L'agente Dick Dagger indaga sul conto del dottor Rudolph Koffman, un ex nazista sospettato di complottare contro la pace nel mondo. Lo scienziato, con la collaborazione di una équipe di colleghi devoti al Terzo Reich, è riuscito a trasformare in docili automi un gruppo di ragazze del jet-set americano praticando loro il lavaggio del cervello e guidandone i comportamenti e i pensieri per mezzo di congegni elettronici al fine di introdurle negli ambienti politici ed eliminare importanti esponenti. Sua complice è la moglie Ingrid che dietro la copertura di un salone di bellezza sceglie le vittime e le rapisce. Rischiando la vita anche per mano di persone amiche plagiate dal diabolico scienziato, Dagger riesce a penetrare nel laboratorio segreto e sfuggito avventurosamente alla cattura uccide Koffman e ne smantella l'organizzazione.

Anche la MGM, la più autorevole tra le majors hollywoodiane, prova ad aggiungere qualcosa di nuovo al filone del fantaspionaggio nell'impossibile tentativo di rivaleggiare con la cinematografia inglese solidamente attestata dietro il personaggio di James Bond. Ma il cast è male assortito, nonostante gli interpreti abbiano una buona popolarità, e la sceneggiatura si impantana in situazioni incredibili dilatando il centro della vicenda su una banale parodia fantaorrorifica. L'accuratezza della confezione non è sufficiente a salvare il film dalla mediocrità. Poco credibile appare Paul Mantee (Robinson Crusoe on Mars) nel ruolo dell'agente segreto e del tutto fuori parte il comico Jan Murray in quello del supercriminale che si muove su una sedia a rotelle accessoriata di micidiali armi da fuoco.

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