THE DAY THE EARTH STOOD STILL
Titolo italiano: ULTIMATUM ALLA TERRA
Produzione: 1951 - USA, FOX, b/n, 92 min.
Regia: Robert Wise
Sceneggiatura: Edmund H. North, dal racconto "Farewell to the Master" di Harry Bates
Effetti speciali: Fred Sersen e (non accreditato) L.B. Abbott
Musica: Bernard Herrmann
Interpreti: Michael Rennie, Patricia Neal, Hugh Marlowe, Sam Jaffe, Billy Gray, Francas Bavier, Lock Martin, Drew Parson
Un disco volante atterra nel pieno centro della città di Washington. La popolazione, divisa tra opposti sentimenti di curiosità e sospetto, fa ressa intorno al cordone di sicurezza che le forze armate hanno predisposto. La tensione è tanta e quando dal disco volante escono Gort, il gigantesco robot, e Klaatu, l'extraterrestre, un soldato preso dal panico spara. Portato in un ospedale, Klaatu elude la sorveglianza e fingendosi un comune cittadino di nome Carpenter si rifugia presso l'abitazione di Helen, una vedova che affitta camere. Klaatu fa amicizia con il figlio di Helen, Bobby, ed incontra l'anziano e saggio professor Barnhardt al quale confida che la Terra verrà distrutta dalla Confederazione Galattica se le potenze del mondo non decideranno, una volta per tutte, di vivere in pace. Barnhardt fa in modo che Klaatu venga ascoltato dai più importanti nomi della politica e della scienza: nel corso della conferenza l'extraterrestre dà una dimostrazione dei suoi poteri interrompendo per una mezz'ora l'erogazione dell'energia elettrica in tutti i continenti. Nel frattempo, lo spasimante di Helen insospettito dallo strano inquilino, denuncia tutto alla polizia. Klaatu viene inseguito ed ucciso. Helen, preavvertita da Klaatu, fa appena in tempo ad ordinare (con le ormai mitiche parole "Klaatu, Barada, Nikto") a Gort di non scatenare la distruzione. Il robot recupera il corpo del suo padrone, lo conduce insieme con la donna all'interno dell'astronave, e attivando misteriosi meccanismi gli ridona la vita. Rimessosi in forze Klaatu congeda Helen e rivolge il suo ultimatum alla Terra prima di allontanarsi per sempre nello spazio infinito.
Nobile esempio della fantascienza degli anni '50, Ultimatum alla Terra è un film ricco di suggestioni e tematiche ancora attuali. La purezza e la razionalità dei visitatori sembrano ben esemplificate dalle linee essenziali, chiare e pulite del disco volante: l'astronave era costituita da un leggero telaio di legno ricoperto da una superficie di gesso verniciata d'argento. Si racconta che durante le riprese una folata di vento rischiò per davvero di far prendere il volo al disco di Klaatu.
Nello svolgimento dell'avventura di Klaatu é stata spesso avvertita una specie di allegoria cristiana: Klaatu scende sulla Terra offrendo un messaggio di pace; non viene creduto; viene tradito ed ucciso; risorge ed ascende in cielo ... lo stesso nome Carpenter (falegname) che l'alieno sceglie per la sua permanenza tra gli uomini è di per sé molto significativo. La Fox affidò la regia a Robert Wise noto come regista in grado di non "sforare" il budget, e, al tempo stesso, di garantire un prodotto di qualità.
Sotto l'armatura di Gort è Lock Martin, usciere dalla statura gigantesca del cinema Grauman's di Hollywood. Martin, nonostante il fisico imponente, sembra non fosse molto muscoloso: sta di fatto che per sollevare tra le braccia l'esile Patricia Neal e lo snello Rennie furono necessari argani, fili invisibili e fantocci.
Harry Bates, autore di "Farewell to the Master", non condivise la trasposizione del suo racconto: una delle più stridenti libertà della sceneggiatura fu certamente quella di considerare Klaatu padrone dell'automa Gort e non come accade nel libro - con una intuizione altamente drammatica - l'automa Gort padrone di Klaatu.
Alcune sequenze del film sono citate in Toys e in L'armata delle tenebre.
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