CAT PEOPLE
  
Titolo italiano: IL BACIO DELLA PANTERA
Produzione: 1942 - USA, RKO, b/n, 73 min.
Regia: Jacques Tourneur
Sceneggiatura: DeWitt Bodeen
Effetti speciali: Vernon L. Walke (non accreditato)
Musica: Roy Webb
Interpreti: Simone Simon, Kent Smith, Tom Conway, Jane Randolph, Jack Holt
Non accreditati: Henrietta Burnside, Alec Craig, Elizabeth Dunn, Theresa Harris, Alan Napier,
Elizabeth Russell
L'architetto navale Oliver Reed sposa, travolto dal classico colpo di fulmine, la disegnatrice di moda Irena Dubrovna, ma il matrimonio è funestato fin dall'inizio dall'oscuro presagio di una sconosciuta, che durante il pranzo di nozze, brinda alla sposa ricordandole una misteriosa parentela che le unisce ad una antichissima stirpe. Irena, sconvolta dall'incontro, rifiuta qualsiasi rapporto con il marito confessandogli, con qualche esitazione, di discendere da una mitica gente originaria dei Balcani le cui donne, per una spaventosa contaminazione del sangue, hanno il potere di mutarsi in pantere. Oliver persuade la moglie a consultare lo psicologo Judd per liberarsi dall'ossessione, ma, ancora respinto, cerca serenità nell'amicizia di Alice Moore, una ragazza che in passato lo ha amato e che continua segretamente ad amarlo. Da quel momento, Alice e Oliver sono perseguitati da un'impalpabile presenza che si muove fra loro con astuzia e perfidia felina e che sembrerebbe confermare il racconto di Irena. Il dottor Judd, che minimizza l'accaduto, è, dal canto suo, fortemente attratto dall'enigmatica donna, ma quando, sapendola sola, la sorprende nel suo appartamento, assiste alla sua spaventosa mutazione in pantera e nel disperato tentativo di difendersi la ferisce... La tragedia sta ormai per concludersi: Oliver e Alice rinvengono in casa il cadavere di Judd orribilmente straziato e quello di Irena di fronte alla gabbia vuota della pantera nel vicino giardino zoologico.
Il bacio della pantera si apre con una citazione dal romanzo "Il figlio della notte" di Jack Williamson ("...Perché il genere umano è un ibrido: il sangue dell'Homo Sapiens è ormai contaminato da quello dell'Homo Lycanthropus, l'antichissima razza caina...") che suggerisce la divagazione sul mito della licantropia come prima, immediata e riconoscibile chiave di lettura; ma l'intuizione di Jacques Tourner sta nel suggerire più che mostrare l'elemento fantastico e nel contenere le scelte spettacolari volute dalla RKO nella cornice onirica dell'incubo. Il lineare racconto orrorifico di mutazioni e maledizioni ancestrali si dilata, così, in una più sfumata e interessante metafora sulla sessualità repressa e sulle nevrosi della protagonista, trasformandosi quasi in un esercitazione di psicoanalisi da manuale.

Realizzato in quattro settimane con l'esiguo budget di 134.000 dollari, il film riscosse un successo strepitoso e critiche lusinghiere, fornendo la traccia a tante altre successive pellicole dell'orrore. Come il produttore Val Lewton ebbe modo di affermare, la formula era molto semplice: "Una storia d'amore, tre scene di atmosfera orrorifica e una scena carica di violenza".
Della pellicola restano giustamente impresse nella memoria l'angosciante pedinamento di Alice nella strada buia ritmato sul nervoso calpestio dei passi e concluso nell'improvviso sibilo delle porte di un autobus che si aprono, e la sequenza in cui la stessa Alice, immersa nella piscina, avverte nella penombra i movimenti felpati della pantera. Ma tutto il film è stilisticamente prezioso, intelligentemente sviluppato sul binario emotivo, scandito sul contrappunto tra il "perturbante" e la piatta ripetitività quotidiana, tra allusivi particolari disseminati nelle inquadrature (...il disegno stracciato della pantera trafitta, il lugubre arredamento dell'abitazione di Irena, l'ombra della croce riflessa da una riga a T impugnata da Oliver nello studio quando viene assalito, il bastone animato del dottor Judd...) e la rassicurante consuetudine dei personaggi di contorno (... il collega di Olivier che racconta insulse barzellette, lo svagato guardiano dello zoo, la donna delle pulizie, l'annoiata cameriera della tavola calda...).

Il film ebbe un seguito con Il giardino delle streghe (The Curse of the Cat People), firmato da Robert Wise nel 1944, ed un remake, l'omonimo Bacio della pantera, diretto da Paul Schrader nel 1982.
Il montaggio è opera di Mark Robson, che aveva già collaborato con Orson Welles in Quarto potere e nell'Orgoglio degli Amberson e che nello stesso 1942 avrebbe esordito alla regia firmando The Seventh Victim.
La bella edizione trasmessa dalla RAI negli anni '80 è stata curata da Luigi Cozzi.

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