Romy Schneider (1938 - 1982)

Pseudonimo di Rosemarie Albach-Retty.

Figlia di Wolf Albach-Retty, attore di teatro, e di Magda Schneider, attrice cinematografica, conquista la popolarità, non ancora ventenne, interpretando tra il 1954 e il 1957 i quattro film sulla romantica principessa "Sissi", ispirati alla vita di Elisabetta d'Austria. Temendo forse di restare prigioniera degli stereotipi del patetico personaggio, decide di allontanarsi dalle scene, ma, dopo una felice collaborazione in teatro con Luchino Visconti e grazie anche all'amicizia con Alain Delon, torna sui set cinematografici quando lo stesso regista la sceglie protagonista di un episodio di "Boccaccio 70". La prova, che rivela una maturità insospettata, le consente di rinnovarsi in ruoli di donna moderna e spregiudicata, nei quali cresce artisticamente con forte personalità ed una invidiabile capacità introspettiva. "Il processo", "Il cardinale", "Ciao Pussycat", "La piscina", "La califfa", "L'amante", "E' simpatico ma gli romperei il muso", "Ludwig", "Male d'amore", "Noi due senza domani", "Fantasma d'amore", sono alcuni tra i molti titoli che testimoniano la sensibilità dell'attrice: ugualmente a proprio agio nel dramma, nella commedia, nel giallo o nel poliziesco, cesella specialmente negli ultimi anni struggenti ritratti di donne perdenti, quasi continuando sullo schermo l'ansia e le angosce della sua vita privata, culminate tra il 1979 e il 1981 con il suicidio dell'ex marito Harry Meyen e con la morte del figlio David.

Agli inizi della carriera, cominciata nel 1953, appare nei credits con i nomi Romy Albach-Retty, Rosemarie Magdalena Schneider o Romy Schneider-Albach.

La morte in diretta (1980)

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