Humphrey Bogart (1899 - 1957)

Newyorkese, di famiglia benestante, dopo aver abbandonato gli studi e prestato servizio militare in marina, indirizza i suoi interessi al mondo dello spettacolo lavorando per l'impresario teatrale William Brady e debuttando come attore sui palcoscenici. Pubblico e critica cominciano ad accorgersi di lui quando interpreta Duke Mantee nell'adattamento per il palcoscenico della "Foresta pietrificata". Prima del 1941, partecipa a molte produzioni, soprattutto di genere poliziesco - ma anche ad un paio di western e ad un fantahorror - parte delle quali si ricordano per la presenza di prestigiosi protagonisti più che per le sue interpretazioni. Ma quando Houston lo sceglie nel ruolo di Sam Spade nel "Mistero del falco" il successo è incondizionato. Attore e regista creano il personaggio Bogart, sardonico e duro, che si arricchisce di interessanti sfumature introspettive nelle prove che seguono. Con Raul Walsh è il fuorilegge stanco e redento di "Una pallottola per Roy", con Curtiz l'avventuriero romantico e taciturno di "Casablanca", con Hawks il detective Marlowe del "Grande sonno", ancora con Houston è lo spigoloso battelliere della "Regina d'Africa" o il reduce dell'"Isola di corallo". Dalla fine degli anni '40, Bogart, idolo delle platee e personaggio pubblico noto per le scelte anticonformiste, continua a lavorare con minore grinta ed impegno ritrovando il suo magnetismo solo con registi sensibili che gli affidano personaggi difficili e controversi ("L'ammutinamento del Caine") o che lo catapultano impensabilmente nella commedia ("Sabrina"). Uomo maturo, ma ancora dotato di grande fascino, riempie le cronache scandalistiche con il suo amore per Laureen Bacall, per la passione per il mare e per l'alcool, per il suo carattere intrattabile e il caustico senso dell'ironia nei confronti della stampa e dello star-system, per la lunga e disperata malattia. Amato in vita e vivo nella leggenda (Woody Allen ne rifonda il mito con "Provaci ancora Sam"), Bogart, sullo schermo, è lo sguardo profondo annegato in melanconici ricordi, lo spirito individualista che non si fa illusioni sul mondo che lo circonda, l'uomo vulnerabile dietro la scorza del duro. Eroe classico ed insieme straordinariamente moderno. Inimitabile, persino nel modo di accendere e fumare l'immancabile sigaretta.

Il ritorno del dottor X (1939)

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